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Esperienze da self publisher #5

Amazon KDP

La piattaforma di Jeff Bezos è indubbiamente attraente per un self publisher, l’idea di poter raggiungere – dal nulla – milioni di lettori, farebbe tremare i polsi a chiunque.

Soprattutto quello che mi piace è poter fare (quasi) tutto da me, di avere il pieno controllo non solo sui contenuti del prodotto ma anche su tutto quello che gli gira intorno: prezzo, pubblicità, formato, copertina, di scegliere i tempi di pubblicazione e così via. Attraverso il programma KDP Select poi l’e-book può accedere a Kindle Unlimited, che consente al lettore di prendere in prestito il tuo libro e a te di ottenere royalties su ogni pagina letta. Trovo che il numero di pagine lette di un libro rappresenti un apprezzamento oggettivo del suo valore, indipendentemente dall’acquisto (quanti libri, infatti, abbiamo comprato che poi non abbiamo mai letto, oppure che abbiamo iniziato e lasciato lì?). KDP Select consente di accedere anche a un’altra promozione: proporre il tuo ‘libro gratis’ per un periodo limitato di tempo (cinque giorni ogni novanta).

Fin qui gli aspetti positivi

Passiamo adesso alle note dolenti, molto dolenti.

Da una multinazionale così diffusa e potente, che al margine delle proprie comunicazioni scrive “l’azienda più attenta al cliente del mondo”, mi sarei aspettato un’attenzione superlativa all’utente dei suoi servizi, un’assistenza da fare invidia a tutti, direttamente proporzionale alla sua grandezza e importanza.

Scordatevelo.

L’assistenza clienti di Amazon KDP praticamente non esiste.

Non ho ancora capito se quando gli scrivi, benché in calce venga segnalato un nome, sia veramente un essere umano a risponderti e non, invece, un chat bot camuffato da essere pensante. Se lo è, credo abbia un QI molto basso (non mi fate dire di +), oppure crede – da contratto – che sia il suo interlocutore ad avercelo. Insomma, alla fine, il risultato è sempre lo stesso.

Amazon non risponde mai alle tue domande.

Cioè, finge di farlo, ributtandoti però nei suoi meandri incomprensibili come un criceto nella ruota.

Purtroppo, al momento, per un self publisher alternative valide non ce ne sono.

Confesso di starle cercando.

Forse è anche questo il senso, neanche tanto remoto, ora me ne rendo conto, dell’apertura di questo blog.

La strada stretta.

Perché l’universo di un self publisher non è tanto roseo. Le occasioni, poche, le opportunità a disposizione, risicate. E occuparsi di queste cose sottrae tempo a tutto il resto. Tra un vecchio sistema sulla strada del declino ma ancora capace di influenzare le scelte individuali e un nuovo modello che fatica a emergere, ma anche a essere interpretato con onestà intellettuale, cosa rimane?

E io che volevo solo scrivere! 😁

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