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Esperienze da self publisher #6

Le recensioni

Argomento spinoso, spinosissimo.

Amazon consente due tipi di giudizi sui libri (così come su ogni prodotto in vendita sulla sua piattaforma): le valutazioni e le recensioni. Le valutazioni sono le stelline one clic, senza commento; le recensioni comprendono sia le stelline che una parte scritta. Le prime possono essere rilasciate solo da chi abbia materialmente acquistato, scaricato o preso in prestito il libro; le seconde da chiunque.

Non starò qui a ricordare tutte le varie polemiche che negli anni si sono susseguite sulle recensioni false, la presunta denuncia di Amazon in merito e così via.

Mi limito a registrare che il boosting delle recensioni è effettivamente una cosa sotto gli occhi di tutti, anche se, a ben guardare, riguarda soprattutto le valutazioni perché le recensioni non sono più del 20-30% del totale. In ogni caso, come fanno libri assolutamente sconosciuti, e parlo in primis di quelli self published, ad avere centinaia, se non migliaia di valutazioni/recensioni? Ma chi se li fila, mi verrebbe da dire, se neanche i best sellers, i classici o i premi Nobel ce l’hanno?

Non mi convince neanche il fatto che in alcuni casi si tratta di autori che hanno già un seguito sui social, perché stiamo comunque parlando di migliaia di valutazioni… migliaia… e non tutti hanno i requisiti per farne su Amazon: account da almeno un anno e 50 euro di acquisti. Ad esempio, attraverso questo sito potete farvi un’idea di quante recensioni/valutazioni dei prodotti in vendita su Amazon, quindi anche dei libri, possano essere genuine e quante invece farlocche: https://reviewmeta.com/it .

Contiguo a questo, è il problema dell’astroturfing, parola ancora poco usata in Italia ma che sta sostanzialmente a significare la nota pratica delle false recensioni, in genere benevole, tese a migliorare la percezione di un prodotto agli occhi dei potenziali acquirenti. Situazione speculare a questa è quella dei commenti negativi che, al contrario, gettano discredito su un prodotto e su chi lo vende. Famosi sono i casi delle recensioni negative degli esercizi commerciali (ristoranti, hotel, ecc.) su TripAdvisor. Certo, se i commenti sono veritieri, nulla quaestio. Il problema sorge se non lo sono. E torniamo ad Amazon.

Sulla piattaforma di Bezos le recensioni potenzialmente malevole possono essere segnalate come ‘abuso’, le valutazioni no. E se uno, attraverso una sfilza di valutazioni a una stella, buttasse giù la reputazione di un libro senza alcun fondamento? Fino ai confini della diffamazione e della turbata libertà del commercio. Nessuno potrebbe opinare che quelle valutazioni non siano vere, con buona pace di Amazon stesso che controlli del genere non ne fa.

In Italia vige il FOIA, il Freedom Of Information Act, che consente la piena trasparenza degli atti della Pubblica Amministrazione, per dare attuazione ai principi di controllo dal basso dell’agire di Enti e Istituzioni che possono concretamente incidere sulla vita delle persone.

Nell’epoca attuale anche le multinazionali possono influenzare in maniera molto decisa, talvolta anche più di uno Stato, la vita delle persone, eppure non vi è nessun obbligo di trasparenza con riferimento ai loro atti e solo brandelli di tutela sono lasciati ai consumatori.

Pensateci. Pensiamoci.

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